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febbraio 2016

perle di musica

alberto franchetti & il covo

 

titolo originale la lunga storia del covo

di giovanni galvani

Articolo tratto da La gazzetta di Santa del 20 giugno 2014. La storia in breve di Alberto Franchetti, operista “minore” nella scena italiana che innamorato della bellezza di Santa Margherita Ligure decide di costruire lì un castello e un teatro (mai compiutamente realizzati). I resti delle prime strutture del teatro sono stati successivamente inglobati in una costruzione “atipica” in pietra la cui fama è legata soprattutto ai suoi ospiti, star del cinema e del jet set internazionale: il Covo di Nord-Est.
 

Dici Covo e vengono in mente i suoi grandi ospiti: Frank Sinatra, Ray Charles, Mina, Liza Minnelli, Brigitte Bardot, Ella Fitzgerald, Ornella Vanoni, Tina Turner e tanti altri. L'edificio è lungo la via che da Santa Margherita conduce a Portofino, a picco sul mare di Punta Pedale: negli anni del boom industriale ed economico era il ritrovo per eccellenza degli industriali "consolidati" e di quelli emergenti, dei politici rampanti, belle donne e boss della mala. Il complesso che ospita il Covo, tuttavia, è nato con tutt'altre finalità. La località apparteneva alla famiglia Durazzo ed era passata nell'800 ai principi Centurione per approdare in seguito ai Costa: l'idea di costruirvi una villa si deve al barone Alberto Franchetti.

Nato a Torino il 18 settembre 1860, studiò musica a Venezia, a Monaco di Baviera e a Dresda e debuttò come operista l'11 febbraio 1888 con Asrael, rappresentata a sue spese al Teatro Municipale di Reggio Emilia di cui il padre era impresario. Non badò a spese, con un'orchestra di 90 elementi, il coro di 100 cantanti, più 22 trombettisti e musicanti: ebbe successo e l'opera fu acquistata da Ricordi e rappresentata il mese successivo a Bologna. Il 29 dicembre aprì la stagione alla Scala di Milano, a gennaio 1889 approdò al Carlo Felice di Genova e nell'autunno 1890 aprì la stagione operistica al Metropolitan di New York. Nel 1889 la città di Genova era alla ricerca di un compositore per un'opera su Cristoforo Colombo in occasione del 400° anniversario della scoperta dell'America: fu consultato Giuseppe Verdi, il quale, dopo aver apprezzato la rappresentazione di Asrael al Carlo Felice, suggerì il nome di Franchetti. Fu così che Franchetti musicò il testo di Luigi Illica nell'opera più nota al suo pubblico, Cristoforo Colombo, rappresentata a Genova nel 1892, poi ripresa alla Scala.

Al tempo il suo nome era paragonato a quelli di Mascagni e di Puccini, dei quali era amico-rivale; collaborò anche con Umberto Giordano (frequentatore di Santa Margherita Ligure), al quale cedette il libretto di Andrea Chénier. Un altro successo fu Germania, rappresentata alla Scala l'1 marzo 1902 sotto la direzione di Arturo Toscanini: Enrico Caruso era tra i cantanti. Minor successo ebbe con La figlia di Jorio su libretto di Gabriele D'Annunzio, presentata alla Scala nel 1906.

Persona dalle indubbie qualità artistiche, occorre tuttavia sottolineare l'ambiente familiare che favorì la sua crescita. Il nome della madre è già significativo: la baronessa viennese Sara Louise Rothschild. Nell'800 la famiglia Rotschild, di origini ebree, possedeva il più grande patrimonio privato e faceva parte della nobiltà austriaca: non meraviglia che Sara Louise abbia preso lezioni di musica da Chopin. Del padre Raimondo si diceva, forse con una certa esagerazione, che poteva viaggiare dalla Toscana a Venezia senza lasciare i suoi possedimenti: aveva base a Reggio Emilia, dove faceva parte dell'aristocrazia ebraica. Il titolo di barone era stato attribuito da Vittorio Emanuele II a suo padre, Abramo, finanziere e pioniere nello sviluppo della rete ferroviaria. Alberto era nato a Torino ma crebbe a Venezia, città in cui la famiglia aveva i maggiori possedimenti e una vetreria a Murano: il 21 marzo 1888 sposò la bella Margherita Levi, ponendo fine al conflitto delle due famiglie ebree più potenti di Reggio Emilia, dove la famiglia si era trasferita. Nel 1889 ebbero un figlio, Raimondo junior. Alberto, di bell'aspetto, ricco, intelligente e creativo, non disdegnava le amicizie femminili: nel 1889 tentò il suicidio a causa dello scandalo sollevato dai debiti accumulati insieme alla moglie. Dopo la separazione del 1892 e la successiva riappacificazione, i due intrapresero un viaggio attraverso l'Italia e proprio a Santa Margherita Ligure comprarono il terreno per costruire una villa spettacolare. Nel 1894 si separarono nuovamente e Alberto si dedicò completamente alla musica e alla bella vita, anche se la moglie gli diede la figlia Maria nel 1893 e, nel 1895, il figlio Guido.
Scrive di lui Alfredo Gianolio:
 
«Alberto aveva le mani bucate. Aristocratico di vecchio stampo, rifuggiva continuamente da quelle incombenze di ordine pratico, che, pur essendo noiose, sono tuttavia utilissime. Nei suoi frequenti viaggi evitava di provvedersi di bagagli e valige per non avere il disturbo di averli appresso, preferendo rifornirsi del necessario nel posto di arrivo, per poi lasciare, alla partenza, ogni cosa in legato ai fortunati e sbalorditi camerieri che avevano avuto cura della sua persona».
(Euterpe in Cittadella: Peri Zuelli e Franchetti)

L'11 novembre 1897 Margherita ottenne il divorzio, anche perché nel frattempo Alberto si era innamorato di un'attrice del cinema muto, Erminia  Bellati, che D'Annunzio aveva soprannominato "la Selvaggia". Con lei convisse a Firenze, dove nel 1906 nascerà il figlio Arnoldo. Pensando probabilmente a Erminia, nel 1895 Franchetti chiede al Comune di Santa di «spostare un tratto della strada di Portofino, allo scopo di erigervi il teatro annesso al castello ch'egli aveva divisato di erigere nel luogo detto il Pedale». Anche questa unione sarà di durata limitata: a 58 anni il compositore si innamora di Clara Marini, una ragazzina di 15 anni, e la sposa nel 1920: da lei avrà una figlia nel 1922, Elena, ma anche questo matrimonio è destinato a fallire.
 
A cavallo di inizio secolo Franchetti era diventato celebre non solo come figura di rilievo del mondo operistico, ma per il suo amore per le automobili, le donne, la moda, la cucina, i cani, l'alpinismo, la magia... Nonostante le sue notevoli disponibilità economiche, la passione per il lusso lo costringeva spesso a chiedere aiuto al padre. Nel 1897 fu tra i fondatori del Club automobilisti italiani, divenendo nel 1899 presidente dell'Automobile Club. Nel 1926 Franchetti fu chiamato alla direzione del Conservatorio musicale "Luigi Cherubini" di Firenze, dove rimase per due anni prima di ritirarsi a Viareggio: lì morirà il 3 agosto 1942. Una storia a parte meriterebbero i suoi eredi, molti dei quali condussero una vita leggendaria.

Ma lasciamo la famiglia Franchetti e torniamo a quel "teatro annesso al castello" di cui il barone aveva avviato la costruzione a Punta Pedale; dopo aver letto le sue vicissitudini, non ci meraviglia che il progetto sia stato abbandonato e sia rimasto un rudere, fino a quando Santin Repetto (fondatore nel 1924 del primo caffè di Portofino, il Caffè Excelsior) e Gianni Nava (proprietario dell'Hotel Splendido) affittarono l'incompiuta "Villa Franchetti" dal proprietario Ciurlo e «trasformarono questi ruderi con l'aiuto dello studio degli architetti Sironi-Severi in un prestigioso locale notturno, che prese il nome di Covo di Nord-Est... In breve ebbe un enorme successo per quei tempi e fra la clientela annoveravano la contessa Edda Ciano, figlia di Mussolini e moglie del conte Galeazzo Ciano, ministro degli esteri».

Da allora moltissimi nomi dello smart set nazionale e internazionale si sono seduti ai tavolini del Covo, che ha ospitato artisti famosi, ma ha anche costituito il trampolino di lancio di future star.
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